Fino a che tutti non saranno liberi nessuno sarà libero (M.L.King)


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In questo video Barbara Moretti spiega perchè ha firmato l'Appello per le libertà costituzionali e perchè dovresti farlo anche tu

Una testimonianza civile

Per oltre settant’anni il potere politico non aveva mai osato toccare i diritti fondamentali di libertà stabiliti nella nostra Carta fondamentale, nata sulle macerie di una guerra sanguinosa e al termine di vent’anni di dittatura. Neppure nei momenti più bui del terrorismo omicida, tra gli anni ’70 e ’80, furono emanate norme che limitassero o sospendessero le libertà costituzionali. I nostri costituenti, ben consci dei rischi che esso comportava per la convivenza democratica, avevano espressamente previsto che lo stato di emergenza potesse essere proclamato solo ed esclusivamente in caso di guerra.

Ciò che a tutti appariva impensabile si è materializzato esattamente due anni fa: con la motivazione di contrastare l’emergenza Covid, e mediante un semplice provvedimento amministrativo, il governo introdusse unilateralmente lo stato di emergenza e con esso un confinamento generale di tutto il popolo italiano.

Da allora abbiamo assistito a un crescendo di provvedimenti liberticidi da parte degli esecutivi di Giuseppe Conte e di Mario Draghi, con la complicità diretta o il silenzio non meno grave del parlamento, delle più alte magistrature dello stato e dei grandi organi d’informazione.

In conseguenza di essi, milioni di cittadini che non possono o non vogliono sottoporsi a un trattamento sanitario obbligatorio, sono stati, di fatto, esclusi per legge dalla convivenza civile, privati dal lavoro e della possibilità di circolare liberamente.

La violazione di alcuni dei principi fondamentali della nostra Costituzione è potuta avvenire facendo leva sul ricatto della paura che ha paralizzato molti, troppi, cittadini italiani. Noi non siamo tra quelli e rifiutiamo la condizione di sudditi in cui da due anni si trova relegato l’intero popolo italiano. Noi continuiamo a pensare che non può esserci vita senza la libertà che la rende degna di essere vissuta: per questo abbiamo promosso Charta 22, e sottoscritto l’Appello per la difesa delle libertà costituzionali.

Siamo convinti che questi valori possano e debbano essere patrimonio di tutti, respingendo l’odiosa propaganda mainstream che cerca di divedere le persone tra i buoni vaccinati e i cattivi non vaccinati.

Chiediamo a tutti coloro che condividono questi valori di sostenere il nostro Appello, pubblicato qui sotto, con la loro firma e la loro testimonianza civile. Più siamo e più forte sarà la nostra voce di uomini liberi.

Appello per la difesa delle libertà costituzionali

A coronamento di una serie di norme illegittime nella forma e nella sostanza che si sono susseguite a partire dalla proclamazione dello stato di emergenza nel marzo 2020, la decisione del governo Draghi del 5 gennaio scorso d’introdurre l’obbligo vaccinale e il green pass rafforzato per i lavoratori over 50 rappresenta l’ultima, più grave e intollerabile violazione dei diritti costituzionali dei cittadini italiani. Con il green pass è stato creato un nuovo passaporto di cittadinanza che, nel silenzio assordante della magistratura e delle massime cariche dello Stato, lede i fondamentali principi di eguaglianza, di movimento, di riunione, fino a compromettere lo stesso diritto al lavoro.

L’obbligo vaccinale imposto con la violenza del ricatto rappresenta un’abnormità giuridica e politica senza precedenti che sta a dimostrare come la vera emergenza in Italia sia oggi democratica, ben prima che sanitaria. Non è un caso che, ad eccezione dell’Austria, nessun altro stato democratico al mondo abbia osato introdurre misure così gravi e restrittive nelle libertà civili per contrastare l’epidemia da Covid-19. Si è giunti a tanto dopo due anni di manipolazioni e di bugie propinate in un coro di regime da politici, virologi e giornalisti: i lockdown hanno distrutto l’economia senza sradicare il virus; la promessa che il 2021 sarebbe stato l’ultimo con il Covid grazie alle vaccinazioni di massa si è rivelata solo un’illusione; la somministrazione di due dosi di vaccino avrebbe dovuto debellare per sempre l’infezione mentre a pochi mesi di distanza siamo già alla terza, e dovremo prepararci a una quarta, poi a una quinta; la vagheggiata immunità di gregge che si sarebbe dovuta raggiungere prima al settanta, poi all’ottanta, poi al novanta per cento della popolazione vaccinata è stata ora fissata addirittura al 95, mentre l’Italia a tutt’oggi continua ad essere al quarto posto al mondo per numero di contagi da Covid 19, trasmessi in grande maggioranza da persone vaccinate. Intanto, l’ossessionante bollettino quotidiano dei contagi e dei decessi Covid nasconde la drammatica realtà di reparti ospedalieri ridotti alla semiparalisi e l’impennata del numero di morti per altre patologie, con pazienti oncologici e cardiopatici che non vengono operati e curati come dovrebbero.

Se molti altri paesi stanno finalmente pianificando la definitiva uscita dell’emergenza e inaugurando una nuova fase basata sulla convivenza con il virus, in Italia il potere politico continua imperterrito a riprodurre un’emergenza senza fine, perseguendo il “vaccinismo” a oltranza e tentando parallelmente di scaricare i propri fallimenti sul capro espiatorio dei no vax. Con il collaborazionismo compiacente di un circo mediatico che si è sostituito all’informazione critica e indipendente, nel no vax è stato creato l’archetipo del nemico da distruggere. Per il solo fatto di esercitare il proprio diritto alla libertà di cura sancito dall’articolo 32 della Costituzione, diversi milioni di cittadini rispettosi delle leggi dello stato si trovano quotidianamente marchiati come untori del Covid, dipinti sui mass media al pari di macchiette o rappresentati come terroristi e complottisti irresponsabili, e via via esclusi dal consorzio civile, quasi fossero stranieri nella propria patria. L’aizzare una parte degli italiani contro l’altra, se forse può servire a rimandare il redde rationem di una classe dirigente incapace, sta esasperando uno scontro sociale di cui nessuno sente il bisogno. In questo modo si stanno gettando i semi di una guerra civile strisciante, i cui frutti avvelenati avranno purtroppo effetti di lunga durata.

E’ assai grave che misure senza precedenti nell’Italia repubblicana siano state imposte da una classe politica debolissima e screditata, che dal 2019, al solo scopo di evitare nuove elezioni, ha dato vita a governi privi di alcuna coesione politica e programmatica, affidandone la guida a personaggi, prima Conte e poi Draghi, privi di alcuna legittimazione popolare. Guidato pressochè solo dall’istinto di sopravvivenza, il Parlamento si è completamente spogliato delle proprie prerogative d’indirizzo e legislative per delegarle completamente a esecutivi che gestiscono a propria discrezione l’emergenza esclusivamente tramite provvedimenti amministrativi e decreti-legge, con il paravento formale di organismi tecnici come il Comitato tecnico scientifico (CTS) e la Cabina di regia.

D’altronde, Mario Draghi è in ordine di tempo solo l’ultimo dei finanzieri a cui i partiti hanno affidato la missione salvifica di evitare la catastrofe. E’ prevedibile che anche questo uomo della Provvidenza non avrà il potere di risanare un paese da troppo tempo compromesso dal punto di vista economico. Appare invece probabile che, con il pretesto della crisi sanitaria e con la complicità di gran parte dell’establishment, Draghi riesca, nelle vesti di presidente del Consiglio o di capo dello Stato, a traghettare definitivamente l’Italia verso una tecnocrazia fondata, di fatto, sulla salvaguardia degli interessi della grande finanza, in cui le elezioni, svuotate di ogni reale possibilità di alternativa, saranno sempre più una formalità.

Temiamo fortemente che governare senza una reale opposizione diventerà la regola: con il supporto sempre più strutturale dei grandi mezzi d’informazione basterà evocare nuove, vere o presunte emergenze, che siano economiche, ambientali o nuovamente sanitarie, e stimolare lo straordinario mezzo di consenso che si ricava dal terrore, per replicare il controllo pressochè totale sulla società che si è realizzato in due anni di emergenza Covid. L’emergenza si appresta e divenire la nuova normalità.

Questa è la vera posta in gioco dietro le misure imposte dal Governo: se la raffica di misure liberticide, a partire dall’obbligo vaccinale e dal green pass come strumento di controllo e di obbedienza, passeranno e si consolideranno, le conseguenze finiranno per pagarle non solo quei milioni di cittadini che per non cedere al ricatto sono rappresentati come reietti, ma alla fine anche tutti coloro che, per libera e legittima scelta o perché vi sono stati costretti, hanno accettato l’iniezione di un siero ancora sperimentale.

Non è semplice reggere al pestaggio mediatico che subisce quotidianamente chi dissente e resistere al rullo compressore del potere della nuova cultura egemone e dei suoi vassalli. Il momento è tuttavia decisivo a dai suoi sviluppi dipende il nostro futuro.

In questo contesto la contrapposizione tra vaccinati e non vaccinati è inaccettabile; la vera alternativa è tra chi viola i diritti fondamentali e chi invece vuole difenderli. Le libertà costituzionalmente garantite rappresentano un valore comune da salvaguardare a ogni costo, al di là di ogni distinzione ci carattere culturale o ideologico.

Con questo spirito rivolgiamo un appello a tutte le persone che credono nei valori fondamentali della nostra convivenza perché si uniscano a noi nel chiedere l’immediato superamento dello stato di emergenza e il ritorno alla legalità costituzionale, con l’immediata abolizione di ogni obbligo vaccinale e la contestuale abrogazione del famigerato green pass.

Modena, 28 gennaio 2022

Antonio Baldini, consigliere comunale di Modena

Giuseppe Bellei Mussini, architetto

Giovanni Bertoldi, consigliere comunale di Modena

Giovanni Fantozzi, storico e giornalista

Andrea Galli, ex consigliere regionale

Daniele Giovanardi, medico

Barbara Moretti, consigliera comunale di Modena

Corrado Ruini, ex assessore comunale di Sassuolo.

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